Con il progressivo allentamento delle restrizioni imposte dalla pandemia molte aziende stanno definendo come organizzare il “BACK TO OFFICE”.

Il nuovo approccio è legato da un lato alle regole dettate dai decreti vigenti, dall’altro all’opportunità creatasi in questo periodo emergenziale.

Le soluzioni che le aziende stanno valutando prevedono in linea generale tre approcci:

  • Un ritorno full-time al lavoro in ufficio
  • Un approccio ibrido e flessibile che prevede alcuni giorni in ufficio e altri da remoto
  • Un approccio fully-remote, con solo alcuni sporadici incontri in presenza

Molte aziende, italiane ed estere, stanno preferendo l’approccio ibrido che unisce esperienza fisica e digitale.

Lo smart working, ha pro e contro: tra i vantaggi più grandi che abbiamo estrapolato dal nostro network abbiamo riscontrato il risparmio di tempo e denaro, la flessibilità e l’aumento della produttività; tra gli svantaggi troviamo la riduzione della motivazione, del coinvolgimento e del senso di appartenenza.

Da una recente indagine condotta da Ricoh emerge che:

  • il 31% dei lavoratori lamenta una contrazione di motivazione e stimoli a causa dello smart working imposto dalla pandemia
  • il 42% afferma che la cultura aziendale ha risentito delle restrizioni.

Si può evincere che una quota di lavoro in presenza ha un impatto positivo sul benessere generale e mentale dei dipendenti.

A confermarlo è una ricerca di WeWork che ha analizzato l’umore dei lavoratori dopo il ritorno in ufficio.

Lo studio ha rilevato che le persone che sono tornate a lavorare in presenza in ufficio quattro/cinque giorni alla settimana hanno dichiarato un miglioramento dell’umore pari al 54% rispetto a quelli che lavorano esclusivamente da casa, e ben il 90% degli intervistati ha dichiarato di voler tornare a lavorare in ufficio almeno un giorno alla settimana.

Una delle conseguenze negative più importanti del lavoro da remoto è stata la mancanza di interazioni, soprattutto quelle non pianificate, che generalmente avvengono in pausa caffè, in pausa pranzo o nei corridoi dopo le riunioni.

In questi momenti vengono rafforzate le relazioni tra colleghi, viene stimolata la creatività e nello scambio si favorisce l’innovazione. É quindi evidente che senza questi incontri spontanei, molti di questi vantaggi vengono meno. Per questo gli ambienti di lavoro fisici rimangono fondamentali per le relazioni e il confronto.

Se però il trend del futuro sarà quello di mixare presenza e distanza, diventa necessario fare in modo che i momenti in ufficio servano davvero a rafforzare la coesione del team e la motivazione dei collaboratori. Per farlo non esiste una ricetta uguale per tutti, dipende dalle singole persone e dal tipo di azienda, ma il punto chiave è trovare il giusto bilanciamento tra attività in presenza e attività in remoto.

La domanda che molte organizzazioni si stanno ponendo mentre pensano a un back to office ibrido è relativa alle diverse competenze che Manager e collaboratori dovrebbero aver per garantire alta motivazione, spirito di appartenenza, efficacia ed efficienza.

  • Cosa andrebbe mantenuto del modo di lavorare al quale eravamo abituati prima della pandemia?
  • Cosa abbiamo imparato durante il periodo emergenziale?
  • Manager e collaboratori: cosa dovrebbero fare in modo diverso?
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